Prima conviviale della Presidenza Bassi con una relatrice d’eccezione, la moglie del Presidente, Alessandra, laureata in storia dell’arte e collaboratrice di enti e fondazioni culturali, che ha presentato in modo garbato e con grande capacità ed eleganza ad un uditorio attento la Chiesa di Santa Maria presso San Satiro in Milano che sarà oggetto di una prossima visita nel mese di ottobre. Alessandra racconta come Francesco Sforza, già Capitano di Ventura e poi Signore di Milano per aver sposato Bianca Maria figlia di Filippo Maria Visconti, amico di Cosimo de Medici, chiamò a Milano il Filarete per costruire il nuovo grande Ospedale (Cà Granda). Lo stile non perfettamente rinascimentale risentì di influenze tardo gotiche. Il cortile interno con gli archi ricorda quello dell’Ospedale degli Innocenti di Firenze, opera del Brunelleschi. La Lombardia stenta a sposare l’architettura rinascimentale. Pigello Portinari, responsabile del Banco Mediceo in Milano si fa costruire una cappella che si ispira alla brunelleschiana San Lorenzo in Firenze, anche qui con il tentativo di accostare la cultura rinascimentale in chiave lombarda. La Chiesa di Santa Maria venne invece costruita tra il 1476 e il 1482 per custodire un’icona miracolosa, una Madonna con bambino venerata dai milanesi. Committente fu il duca Galeazzo Maria Sforza e progettata da un giovane pittore marchigiano da poco trasferitosi prima a Bergamo e poi a Milano: Donato Bramante. Pur avendo a disposizione un area ridottissima edificò un edificio con tre navate, quella centrale coperta da una volta a botte con una cupola emisferica sul modello della Basilica di Sant’Andrea a Mantova. La soluzione però più geniale è rappresentata dal coro perché non essendovi uno spazio sufficiente ne fece uno finto in prospettiva, profondo soltanto 97 centimetri, in grado di suggerire però una profondità maggiore, che rappresenta uno dei primi modelli di “trompe l’oeil” che si svilupperanno successivamente.
Una relazione insolitamente tenuta prima della conviviale che ha catturato l’attenzione dei presenti, grazie alla capacità descrittiva della relatrice che è stata ringraziata da un applauso corale.

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