La convivialità per il Rotary è ciò che il carburante rappresenta per un’automobile: un elemento essenziale e vitale. Se c’è una lezione che ho appreso frequentando i circoli Rotary, è che senza convivialità non può esistere un Club. Non è di certo il fine ultimo della nostra attività: quel ruolo appartiene all’azione di servizio, che resta al centro della nostra missione. Tuttavia, la convivialità è il mezzo privilegiato attraverso il quale ci conosciamo, cresciamo insieme e condividiamo idee per realizzare progetti ambiziosi e di forte impatto.
Le occasioni conviviali dunque non devono essere interpretate come meri momenti di intrattenimento o soddisfazione personale. Al contrario, esse devono rappresentare un veicolo per diffondere i nostri valori e per generare le idee che daranno forma alle nostre iniziative. Per questo, tali esperienze non sono un’alternativa minore o meno impegnativa rispetto a cene con relatori, assemblee o incontri formativi. Al contrario, costituiscono una componente indispensabile della vita rotariana, un pilastro fondamentale della partecipazione attiva, forse il più fertile in termini di motivazione e continuità.
Il fuori porta del 16 novembre ha rappresentato la terza tappa del Rotary Grand Tour, conducendoci nelle Langhe alla riscoperta di due eccellenze del territorio: il tartufo bianco d’Alba e il Barolo. La giornata è iniziata di buon mattino con una colazione in autogrill, tappa irrinunciabile nelle grandi occasioni.
La prima sosta è stata presso le Cantine SORDO di Castiglione Falletto, in provincia di Cuneo. La visita guidata ci ha permesso di esplorare i terroirs del Nebbiolo, il vitigno da cui nasce il Barolo, e di comprendere le rigide norme che regolano la produzione di questo pregiato vino. Un approfondimento è stato dedicato alla Menzione Geografica Aggiuntiva (MGA), recentemente introdotta dal Consorzio per valorizzare ulteriormente la produzione vinicola. Questo sistema, che interessa diversi produttori, ha il merito di mettere ordine nel panorama vitivinicolo, delimitando e definendo con precisione le aree di produzione, sia quelle di antica tradizione, sia quelle più recenti.
Il pranzo conviviale, a base di specialità piemontesi, si è svolto presso le “Scuderie Sabaude”, seguito da una breve visita all’Agenzia di Pollenzo, sede mondiale di Slow Food, e alla Banca del Vino, dove nei sotterranei del complesso monumentale sono custoditi e rappresentati i vini di tutta Italia.
Prima del rientro, non poteva mancare una sosta a Bra per gustare la celebre salsiccia locale, accompagnata dal tradizionale pane. Dopo aver fatto il pieno di souvenir e specialità enogastronomiche, il gruppo ha imboccato la strada di casa, arricchito da una giornata di scoperte e condivisioni.
La tappa nelle Langhe è stata un’esperienza memorabile, un momento di comunità che ha rinnovato il piacere della condivisione e il valore della scoperta. Come spesso accade, anche luoghi conosciuti da tempo, vissuti in compagnia di persone nuove, possono rivelarsi inaspettatamente freschi e ricchi di emozioni, diventando parte dei nostri ricordi più preziosi.
E forse, è proprio questo il fascino del Rotary: la capacità di trasformare momenti semplici in esperienze uniche e indimenticabili.
M.ko